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A Nord-Ovest della città di Napoli sorgono i famosi Campi Flegrei, una vasta caldera di natura vulcanica famosa sin dall’antichità. L’area in analisi comprende i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto Flegreo e ricadono in essa anche i quartieri partenopei di Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Posillipo, Soccavo oltre alle località di Agnano (sede del celebre Ippodromo e delle Terme, ndr) e Pisani.
Il nome stesso della zona spiega le sue caratteristiche principali: la parola “flegrei” deriva dal greco flègo, che significa “brucio”, “ardo”.
Nel Parco Regionale in questione sono tuttora riconoscibili almeno ventiquattro tra crateri ed edifici vulcanici (alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive o idrotermali che sono causa, tra l’altro, del fenomeno del bradisismo) e sono visibili importanti depositi di origine vulcanica come il Tufo Grigio Campano e quello Giallo. Spettacolari anche i laghi di origine vulcanica (Lago d’Averno) e quelli originatisi per sbarramento (Lago Fusaro, Lago di Lucrino e Lago Miseno).
La locale costa è di una bellezza disarmante. “I dintorni di Napoli sono i più meravigliosi del mondo. La distruzione e il caos dei vulcani inclinano l’anima a imitare la mano criminale della natura… Noi — dissi alle mie amiche — somigliamo a questi vulcani e le persone virtuose alla monotona e desolata pianura piemontese” scriveva a tal proposito Donatien Alphonse François de Sade.
I Campi Flegrei sono da sempre una meta turistica d’eccellenza: dal XVII secolo al XIX secolo questa parte della Campania meta del Grand Tour, richiamando visitatori da tutt’Europa. Tra questi Goethe che nel suo Viaggio in Italia ne dà ampia descrizione.
L’attività termale è da sempre tipica della zona. Seppur ridotte rispetto all’epoca antica, ancora numerose sono ancora le sorgenti di acque termali. Innumerevoli, inoltre, sono i luoghi d’interesse (come la celebre Solfatara) concentrati soprattutto a Pozzuoli e nelle vicinanze.
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