Uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi di Partenope…
La Cappella di San Severo ospita capolavori artistici come il Cristo Velato, opera d’arte famosa in ogni angolo del mondo per il suo Velo Marmoreo, e La Pudicizia ed il Disinganno oltre a numerosi manufatti di pregiata fattura.
All’interno del Museo, uno dei più importanti di tutta Napoli, sono presenti, fra l’altro, le cosiddette Macchine Anatomiche: si tratta, più nello specifico, di due corpi totalmente scarnificati dove è possibile osservare l’intero sistema circolatorio umano.
Situata nei pressi di Piazza San Domenico Maggiore questa chiesa sconsacrata (attigua al palazzo di famiglia dei Principi di San Severo e, un tempo, collegato allo stesso tramite un ponte sospeso) è una sorta di tempio massonico carico di simbologie. Anche le sue origini sono avvolte nel mistero. Una leggenda vuole che il complesso sia stata eretto su un preesistente antico tempio dedicato alla Dea Iside mentre un’altra, riportata nel 1623 da Cesare d’Engenio Caracciolo nel suo Napoli Sacra, narra che un uomo, ingiustamente arrestato, veniva tradotto verso il carcere quando, transitando lungo il muro della proprietà dei Sansevero, si votò alla Santa Vergine. Parte del muro, improvvisamente, crollò, rivelando un dipinto (quello posto nella cappella in cima all’altare maggiore) proprio della Vergine invocata, una Pietà che darà poi il nome alla chiesa, intitolata appunto a Santa Maria della Pietà. La sua devozione non fu riposta invano giacché, poco tempo dopo, ne venne riconosciuta l’innocenza. Scarcerato, l’uomo, memore del miracolo, fece restaurare il capolavoro, disponendo che al suo cospetto ardesse per sempre una lampada in argento. Secondo studi recenti, la vera origine della cappella sarebbe invece da far risalire all’omicidio, compiuto nella notte tra il 16 ed il 17 ottobre 1590 da Carlo Gesualdo da Venosa, in cui morirono Maria D’Avalos, moglie di Carlo Gesualdo, e l’amante di lei Fabrizio Carafa, figlio di Adriana Carafa della Spina, moglie in seconde nozze di Giovan Francesco di Sangro e prima Principessa di Sansevero. In conseguenza di questo evento luttuoso, la madre di Fabrizio Carafa avrebbe fatto edificare la cappella, pensandola come voto alla Madonna per la salvezza eterna dell’anima del figlio. A riprova di tale ipotesi, l’iscrizione in latino Mater Pietatis, presente sulla volta della Pietatella e contenuta in un sole raggiante, rappresenterebbe il voto di dedica dell’edificio alla Madre di Dio.
La struttura, in ogni caso, riflette la personalità geniale ed eccentrica di Raimondo di Sangro (settimo Principe di San Severo) che fu, allo stesso tempo, ideatore e committente della struttura architettonica in questione.
Questo e tanti altri luoghi si trovano sul magico territorio napoletano!!!
Villa Signorini, meraviglioso esempio di architettura barocca vesuviana, è un punto di partenza per poter scoprire la magia delle nostre terre.
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Villa Signorini: La Raffinata Arte del Ricevere