Piazza Giovanni Bovio è una delle gemme del Centro Storico di Napoli, posizionata all’inizio di Corso Umberto
Pur essendo cambiato già dalla fine del XIX secolo il nome, lo slargo è conosciuto tra i partenopei con l’originario toponimo di Piazza Borsa, così chiamata per via del monumentale palazzo del mercato finanziario presente in quest’area.
L’attuale aspetto deriva dalla fine dell’Ottocento, durante il cosiddetto periodo del Risanamento, quando, dopo l’epidemia di colera del 1884, si avviò un poderoso programma di ricostruzione delle zone più malsane e anguste della città.
La denominazione odierna si deve, invece, alla presenza del palazzo in cui ha vissuto Giovanni Bovio, Filosofo e Politico del Regno d’Italia nonché padre di Libero Bovio.
Un’ epigrafe di Mario Rapisardi così ricorda il filosofo:
“In questa casa morì povero e incontaminato Giovanni Bovio che meditando con animo libero l’Infinito e consacrando le ragioni dei popoli in pagine adamantine ravvivò d’alta luce il pensiero italico e precorse veggente la nuova età”
Al centro dell’arena, fino al 2000, si poteva ammirare la Fontana del Nettuno, qui collocata nel 1898 e oggi situata in Piazza Municipio, davanti a Palazzo San Giacomo. Qui sono stati ritrovati, inoltre, i resti di una Fortificazione Bizantina: una torre quadrangolare costruita mediante l’utilizzo di materiali di spoglio provenienti da un arco onorario risalente alla Dinastia dei Severi. E’ stato rinvenuto, fra le testimonianze del glorioso passato del Capoluogo campano, anche un blocco con rilievi raffiguranti un trofeo di guerra da un lato e la prua di una nave dall’altro oltre a due lastre marmoree di epoca imperiale, probabilmente del II secolo, con sopra rappresentati legionari e togati.
L’intera Piazza è stata oggetto, negli scorsi anni, di un’importante attività di sistemazione e riqualificazione. L’intervento più importante, a tal proposito, è stata la sistemazione della statua di ottanta tonnellate di Vittorio Emanuele II, assieme a quella di Partenope dinanzi al Re e all’Aquila in procinto di spiccare il volo alle spalle, le quali, sin dal 1897, facevano bella mostra in Piazza Municipio. Le scene del basamento del monumento sono di Tommaso Solari, l’opera equestre è del campano Alfonso Balzico su disegno di Emilio Franceschi, mentre Partenope è di Salvatore Cepparulo.
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